lunedì 5 dicembre 2011

Omosessualismo

L'ideologia omosessualista o del "gender" è tra le più pericolose dell'era attuale. Essa attacca l'etica naturale e il diritto naturale. In particolare, cerca di scardinare nella percezione comune il significato, costitutivo per l'essere umano, della differenza sessuale. Lo fa in una maniera apparentemente neutra: non si scaglia apertamente contro la famiglia naturale fondata sul matrimonio, ma ne pretende la equiparazione con altre modalità di convivenza. Per conseguenza, domanda la possibilità di adozione di bambini anche per i conviventi omosessuali o di accesso a pratiche di fecondazione eterologa.
In definitiva, sia con l'ideologia, sia con nuovi modelli di vita, sia attraverso la "educazione" dei piccoli che pretendono vengano loro affidati, si tenta la costruzione di un essere vivente "nuovo", che, ormai alieno dalla percezione della dualità complementare sessuale, perda sinanche la capacità critica contro quello che doverosamente la Chiesa cattolica definisce, da sempre e per sempre, essere oggettivamente un grave disordine della persona.
Di seguito, le parole di un Vescovo coraggioso, il Card. Caffarra dell'Arcidiocesi di Bologna:

La decisione dell’autorità comunale di consentire l’accesso alla Consulta per la famiglia ad alcune associazioni a orientamento omosessuale costituisce una grave offesa in primo luogo alla ragione e al buon senso comune, perché non si capisce la congruenza dell’una con le altre; poi alla comunità civica, perché in palese contrasto con l’articolo 29 della Costituzione; e inoltre alla comunità cattolica – che pure è parte rilevante del consorzio bolognese - perché degrada a un relativismo senza fondamento nella persona umana quella concezione della famiglia che da secoli è patrimonio della nostra gente.
Di fronte alla comunità civica la Chiesa di Bologna denuncia tale decisione. Alla comunità cattolica dei credenti ricorda l’insegnamento perenne del magistero ecclesiale fondato sulla stessa dottrina apostolica (cf per es. Rom 1 ). Un insegnamento ribadito – come abbiamo ricordato anche di recente - dall’Arcivescovo Card. Caffarra nella sua Nota dottrinale ‘Matrimonio e omosessualità’ e dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che così si esprimeva in una Nota dottrinale il 24 novembre 2002: “Devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso […] ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza”; e il 3 giugno 2003: “Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite”.
Pertanto i singoli fedeli e le associazioni che fanno riferimento all’appartenenza ecclesiale hanno il grave dovere, in forza della coerenza con la fede che professano, di astenersi da qualsiasi forma di cooperazione volta a promuovere o applicare concezioni della famiglia in palese contrasto con il magistero cattolico (cf Congregazione per la Dottrina della Fede n.5 del 3.6.2003). “La Chiesa – continua la nota della Congregazione – insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento delle unioni omosessuali”. In questo contesto la presenza in organismi che nella denominazione si riferiscono alla famiglia costituzionale ma poi accolgono chi propugna orientamenti diversi è un messaggio carico di ambiguità e perciò contrario allo spirito di verità. Il dovere è perciò quello di uscirne.