venerdì 27 aprile 2012

Perciò Dio li ha abbandonati

Persino Cardinali e Vescovi sono talora indulgenti nei confronti dell'omosessualità. Qualche volta, persino dell'omosessualismo, cioè del movimento di pensiero che pretende un pubblico riconoscimento della condizione omosessuale come "normale".
Strano che questi ecclesiastici, talora biblisti, accantonino facilmente passi inequivocabili della Sacra Scrittura. Parlano della Bibbia, ma citano solo i passi che fanno comodo a loro e li interpretano a modo loro e non secondo il Sacro Magistero.
Essi poi, come successori degli Apostoli, dovrebbero trasmettere quello che hanno ricevuto, non le proprie teorie.
Dovrebbero trasmettere ed insegnare anche i passi che seguono, tratti dal primo capitolo della Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo (vv. 24 e ss.):


Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.