venerdì 25 maggio 2012

L'eterologa rispedita al mittente

La Corte costituzionale ha restituito gli atti ai giudici che avevano sollevato questioni di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa previsto dalla l. n. 40/2004.
Li ha invitati a riconsiderare le motivazioni delle loro ordinanze di rimessione alla luce della sentenza della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo del 3.11.2011, che si è pronunciata a favore della legittimità del divieto presente in Austria.
A mio avviso, un modo elegante per dire: se mi ripresentate la questione, la rigetto.
Qui il comunicato della Corte.
Qui semplici e convicenti considerazioni del Vicepresidente nazionale UGCI Avv. Giancarlo Cerrelli.

mercoledì 23 maggio 2012

Crociata del Rosario contro il divorzio breve

I giuristi cattolici di Pavia lanciano una crociata del Rosario contro il divorzio breve e per il matrimonio e la famiglia. La partecipazione è aperta a tutti: v. qui

martedì 22 maggio 2012

Divorzio breve? No, grazie

Capita talora di sentire "cattolici" che sono favorevoli al "divorzio breve". Un "cattolico" che la pensa così rivela una mentalità lontana dai valori promossi dalla Dottrina sociale della Chiesa.
Le parole di ieri del Card. Angelo Bagnasco nella prolusione all'assemblea permanente della CEI sono una sonora sconfessione di queste idee malsane:
"Esser distratti rispetto al bene insuperabile della famiglia fa soffrire anche la società, che indebolisce il suo più rilevante cespite di vitalità, di coesione e di futuro. Per questo, in una cultura del tutto-provvisorio, l’introduzione di istituti che per natura loro consacrino la precarietà affettiva, e a loro volta contribuiscono a diffonderla, non sono un ausilio né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa. La famiglia non è un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume oggi particolarmente aggressive e strategicamente concentrate; non può essere dichiarata cosa di altri tempi. Ecco perché l’ipotesi del cosiddetto “divorzio breve” contraddice gravemente qualunque possibilità di recupero, e rende complessivamente più fragili i legami sociali"

venerdì 18 maggio 2012

Peccati che gridano verso il Cielo

Trovate qui un articolo preciso di Sandro Magister sul Magistero della Chiesa in materia di omosessualità.
Nessuno, dentro e fuori la Chiesa, si illuda mai. E' Magistero definitivo e infallibile.

mercoledì 16 maggio 2012

Carità nella Verità

Oggi sono stato contattato da un cordiale lettore del blog che mi ha fatto molte gradite domande sul mio pensiero circa la questione omosessuale: i percorsi della giurisprudenza, le rivendicazioni delle associazioni di omosessuali, la dottrina della Chiesa, ecc. Io, dopo aver risposto a tutte le domande, ho voluto anche ribadire questo: i veri cattolici amano le persone omosessuali come fratelli e come sorelle. Rifiutano ogni marchio di ingiusta discriminazione nei loro confronti. Condannano ogni umiliazione perpetrata contro di loro come una violazione del precetto fondamentale della carità.
Ma quando diciamo le parole della Scrittura, della Tradizione della Chiesa, quando esponiamo la legge naturale sul matrimonio, la sessualità, la famiglia, ecc., non facciamo nulla di diverso: Caritas in Veritate è il titolo dell'ultima Enciclica papale. Si ama veramente solo nella verità. Dire alle persone ciò che è vero e ciò che è bene, è esattamente promuovere ciò che fa bene alle persone. E' esattamente promuovere la loro dignità. E' esattamente volere bene, cioè amare. Al di fuori di ciò, semplicemente si vive nella illusione e senza una gioia stabile e profonda.

giovedì 10 maggio 2012

La battaglia della luce contro le tenebre

Notizie come questa dimostrano che è viva la battaglia tra i veri seguaci di Gesù Cristo e della Sua Santa Chiesa cattolica, da una parte, e satana e i suoi collaboratori, dall'altra.

Il dilagare dell'omosessualismo è segno eloquente di una generazione in cui non c'è più posto per Dio, né per la legge naturale, né per autorità alcuna, ma, come disse il Card. Ratzinger nel 2005, esiste ormai solo il criterio dell'io con le sue voglie.

Occorre essere pronti ad affrontare gravi ripercussioni contro la propria persona, pur di non tradire i comandamenti di Dio. Non è infatti detto che non torni il tempo in cui tale fedeltà si debba pagare con la vita, la violazione personale, il carcere.

giovedì 3 maggio 2012

Humanae Vitae: una Enciclica eroica

Humanae Vitae: è l'eroica enciclica di Paolo VI, datata 1968, che riafferma il Magistero di sempre della Chiesa sull'amore coniugale. Eroica perché Paolo VI sapeva di dover affrontare, dentro la Chiesa, l'opinione contraria di tanti prelati e laici. Sapeva che sarebbe stato insultato. Ma ha preferito "l'obbrobrio della Croce" alle lusinghe del mondo.

Ci sono alcuni passi importantissimi sul ruolo dei poteri pubblici nella protezione della legge naturale. Promuovere la castità è promuovere il rispetto, il dominio di sé, dunque delle passioni, dunque dell'ordine pubblico, dunque della pace, ecc.

Promuovere l'impurità significa promuovere le "gravidanze indesiderate" (cioè in definitiva l'aborto), l'adulterio, i delitti da gelosia, lo sfogo delle passioni, l'instabilità delle relazioni, l'omosessualismo, le malattie a trasmissione sessuale, ecc. Chi non vede come il libertinaggio devasti le relazioni umane?

Parole certo inascoltate, quelle della Enciclica, in un mondo in cui è lecito, a qualunque ora del giorno e della notte, in qualunque angolo delle città, pubblicare immagini finalizzate ad eccitare la sessualità della persona.

Riproponiamo alcuni passi:

"22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare l’attenzione degli educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilità in ordine al bene comune dell’umana convivenza, sulla necessità di creare un clima favorevole all’educazione della castità, cioè al trionfo della sana libertà sulla licenza, mediante il rispetto dell’ordine morale. Tutto ciò che nei moderni mezzi di comunicazione sociale porta alle eccitazioni dei sensi, alla sfrenatezza dei costumi, come pure ogni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso della civiltà e della difesa dei beni supremi dello spirito umano. Invano si cercherebbe di giustificare queste depravazioni con pretese esigenze artistiche scientifiche o di trarre argomento dalla libertà lasciata in questo settore da parte delle pubbliche autorità.

Appello ai pubblici poteri
23. Ai governanti, che sono i principali responsabili del bene comune e tanto possono per la salvaguardia del costume orale, noi diciamo: non lascino che si degradi la moralità dei loro popoli; non accettino che si introducano in modo legale in quella cellula fondamentale dello stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina".