venerdì 11 maggio 2018

E se il "caso Alfie" si verificasse in Italia?

Condivido una mia riflessione su Alfie e la normativa italiana sul fine vita: v. qui su Puntofamiglia.net

giovedì 10 maggio 2018

Il martirio di Alfie Evans

Da Il Ticino, 3 maggio 2018

“Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere […] tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me” (Mt 25, 41-42.45).

Se le decisioni giudiziarie contro il piccolo Alfie Evans hanno qualcosa di spaventoso, assai più terribile è il giudizio di Dio contro chi abbia violato la sacralità della vita umana innocente. Il Catechismo di San Pio X annovera l’omicidio volontario tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. La gravità del delitto è tanto maggiore quanto più inerme è la vittima. E chi è più somigliante alla Vittima per eccellenza, il Cristo Crocifisso, di un infante sofferente?

Come Gesù, anche Alfie è stato protagonista, insieme agli eroici genitori, di un processo farsa dominato dalla menzogna (l’esistenza di un accanimento terapeutico) e dall’insulto (l’affermazione della futilità della sua vita). I giudici inglesi, invece di rendere giustizia ad Alfie, hanno disconosciuto i suoi diritti più elementari: vivere; essere curato, alimentato, idratato e ventilato; venire accudito dai genitori; tornare a casa o trasferirsi in altro Paese.

Come Gesù, anche Alfie è stato abbandonato dal clero locale, che ha negato l’assistenza spirituale alla famiglia, ha appoggiato il trattamento inumano e degradante dell’ospedale e poi ha allontanato l’unico coraggioso sacerdote che si è recato al capezzale.

Ricordiamo poi che Alfie, per opportuna iniziativa dei ministri del governo dimissionario, è cittadino italiano. La sanità, la diplomazia e la società civile italiana si sono dimostrate esemplari per il mondo, in questa vicenda, nella volontà di accogliere il piccolo e la sua famiglia.

Verrà la giustizia di Dio. Nel frattempo, mentre preghiamo per la conversione dei carnefici, è da auspicare che la giustizia umana, italiana e internazionale, faccia la sua parte per rendere a ciascuno secondo la malvagità delle proprie azioni.

Marco Ferraresi, Presidente Unione Giuristi Cattolici di Pavia